Un pomeriggio denso di informazioni sul nostro passato e, perché no, di domande sul presente quello organizzato dal Rotary Club Ferrara al Circolo dei Negozianti. Nella splendida cornice di Palazzo Roverella, stracolma di rotariani e semplici appassionati di studi storici tra cui il prefetto Michele Campanaro, due relatori d’eccezione come Luigi Davide Mantovani e Andrea Baravelli hanno intrattenuto i presenti svelando alcune chiavi di lettura inedite sulla Prima Guerra Mondiale.
Ne è nata una riflessione con l’obiettivo non tanto di celebrare il vittorioso conflitto – come ha sottolineato Roberto Mascellani, moderatore dell’incontro – ma di capire dinamiche storiche complesse, e di rendere giustizia al ruolo centrale della città di Ferrara in questo denso arco d’anni. D’altronde – è stata l’osservazione d’esordio di Giovanni Piepoli, presidente del Circolo dei Negozianti – lo studio del passato è essenziale per poter orientare con sensatezza le scelte future, in un contesto attuale di grandi tensioni internazionali.
Luigi Davide Mantovani ha tracciato una ricca e chiara panoramica sulle forze in campo nella Ferrara del primo Novecento, sottolineando la trasversalità dei movimenti politici che forzavano nella direzione dell’entrata in guerra, a partire dall’astro nascente del partito popolare. Tra sguardo di sintesi e gustose minuzie storiche, Mantovani ha arricchito la sua presentazione con il ricorso a documenti d’epoca, tra cui alcuni articoli contro la Guerra scritti da un giovanissimo Italo Balbo.
Andrea Baravelli, dopo aver ricordato l’importanza di Ferrara come stazione sanitaria durante il conflitto – alla Villa del Seminario era stato istituito il primo ospedale ‘psichiatrico’ che curava i traumi di guerra – ha invece concentrato la sua attenzione sugli anni immediatamente successivi. Una fase densa di criticità sul piano nazionale (l’Italia è una vincitrice che si sente sconfitta), che a Ferrara vede l’ascesa delle forze socialiste e, con altrettanta velocità, la determinazione del primissimo squadrismo fascista.